Agente di cambio ed esportatore, esponente in vista del mondo finanziario italiano fu anche proprietario e direttore della “Montecomone”, un’azienda a vocazione agricola di Vico Equense, tanto che, nonostante la sua primaria occupazione, rimase sempre iscritto negli annuari del 46° Distretto del Rotary sotto la categoria “silvicoltura”. Filantropo e grande cultore d’arte, amava riunire le commissioni del Club nella sua casa di piazzetta Mondragone, sulle cui pareti era esposta una magnifica collezione di opere del Settecento e dell’Ottocento napoletano.
Fu Presidente del Club in due periodi storici delicati: prima e dopo l’autoscioglimento determinato, il 14 novembre 1938, dal Consiglio Nazionale del Rotary Italiano di tutti i club. Improntò il primo periodo alla diffusione degli interessi artistici, tra cui il censimento dei castelli dell’Italia meridionale, una raccolta fondi a beneficio degli alunni meritevoli del R. Istituto d’Arte, il collezionismo. Oltre a visitare i nuovi lavori di prolungamento dell’autostrada Napoli-Pompei, si discusse di problematiche attinenti al restauro del Teatro S. Carlo e di Porta Capuana. Fu componente del Consiglio Nazionale del Rotary Italia.
Nel 1944, prima ancora di assumere la seconda Presidenza, Lorenzo Ricciardi e i consoci Quirino Fimiani e Paolo Grimaldi stabilirono contatti con le autorità alleate per ottenere l’autorizzazione alla ricostituzione del Rotary Club e alla ripresa sociale. Pertanto, dopo sei anni di inattività, l’8 luglio 1944, nella sede della Banca Commerciale Italiana, messa a disposizione da Stanislao Fusco e da Giuseppe La Preta, si riunì il risorto Club di Napoli con la cerimonia di consegna della carta di rifondazione da parte del Colonnello Chapman, Commissario regionale dell’A.M.G. Tale evento ufficializzò la riapertura del Club. La scelta di un Presidente dell’anteguerra, come fu a seguire per Borriello, rappresentava un forte segnale di continuità del sodalizio e di fiducia nei suoi sviluppi. Le prime commissioni istituite vennero dedicate alle Iniziative di pubblico interesse e alle Relazioni internazionali. Rivolgendo notevole attenzione al sociale e al problema dell’immoralità del dopoguerra, il Club si attivò per creare ‘un pronto soccorso per la gioventù’ sostenendo il ripristino dello scoutismo e l’organizzazione di un corso per istruttori.