Un minuto di silenzio, poi un applauso carico di affetto, salito da una sala ancora incredula per la scomparsa di Guido D’Angelo, uomo, studioso, docente e rotariano eccellente. Quindi, martedì 6 dicembre, al culmine di una riunione intensa per contenuti ed emozioni, iniziata con l’Assemblea dei Soci, e dopo il benvenuto nel nostro Club alla nuova socia Ileana Corbi, il proseguimento serale.
L’incontro, sul tema “Tutela e conservazione nel Parco Archeologico di Pompei: dal restauro alla manutenzione programmata”, è riuscito a trasmettere concretezza e passione, suscitando in tutti i presenti la voglia di Pompei, di passeggiare sui 44 ettari della città scavata (altri 22mila ettari sono ancora sepolti), 13 km di strade di cui 10,5 aperte ai turisti, infilarsi nelle 1221 abitazioni, con 10mila ambienti, per immedesimarsi nella vita di oltre due millenni fa, nella terribile fotografia scattata nel 79 a.C. quando la lava del Vesuvio ha, al tempo stesso, ucciso 20mila persone, distrutto e conservato, consegnando ai posteri una testimonianza unica.
A soddisfare le curiosità della platea, due ingegneri, presentati dalla presidente incoming Renata Picone: il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Parco Archeologico di Pompei, Vincenzo Calvanese, e la giovanissima “nostra” Raffaella Salierno, figlia del nostro consocio Domenico, che partecipando ai lavori negli scavi ha sviluppato la sua tesi sperimentale di laurea in Ingegneria “I Piani di Manutenzione dei complessi archeologici, un caso studio: la Casa di Cerere a Pompei”.
Sono state mostrate e spiegate le meraviglie e le complessità di una città fondata nel IX secondo prima di Cristo, rimasta sotto la lava fino al 1748, quando iniziarono gli scavi 150 dopo, nel 1997, sarebbero entrati nel patrimonio Unesco. Secondo monumento per visite in Italia, dopo il Colosseo – quasi 4 milioni di visitatori nel 2019, picco 30 mila al giorno -, la svolta per gli scavi di Pompei arriva con il Grande Progetto del 2010, che segna la svolta, pianificando la messa in sicurezza, e con un piano di 47 interventi, a partire dall’assetto idrogeologico.
Si tratta di affrontare le criticità di un museo a cielo aperto e in continua evoluzione, vulnerabile, case prive di tette ed esposte alle intemperie, colonne libere, muri non addossati. I fondi ci sono: circa 105 milioni di euro (si superano i 200 milioni sommando le ulteriori varie fonti disponibili). La manutenzione è programmata e sostenibile, secondo il metodo definito “Generazione Pompei”: un approccio interdisciplinare e culturale in cui confluiscono le diverse figure professionali (dagli archeologi agli strutturistica ai paleobotanici).
Un capitolo a sé lo merita l’esperienza del percorso da giovanissima ingegnere a contatto con gli scavi compiuto da Raffaella Salierno. Una ragazza che nell’ambiente rotariano ha forgiato le sue capacità di leadership (ha preso parte al gruppo fondatore dell’Interact Napoli, per poi assumerne la presidenza), quindi ha collaborato ai lavori di ripristino e di impostazione del programma di manutenzione della Casa di Cerere”, nell’area degli Scavi, sui cui sviluppi ha prodotto la tesi di laurea magistrale in Ingegneria Edile, sistemi edilizi, urbanistica e ambiente, conseguita con 110 e lode. Un impegno, il suo – come ha documentato nell’intervento alla serata del Rotary Club Napoli – che si è concretizzato nell’applicazione degli studi e delle tecniche più avanzate sugli affreschi e sui pavimenti pregiati di cui è ricca la dimora e per il piano di manutenzione a questi connesso, che nel futuro si avvarrà anche di droni. L’attività della giovane ingegnere su un tesoro come quello rappresentato dalla città archeologica di Pompei è la testimonianza più significativa della stretta connessione che il futuro del Sud ha con la nostra storia, oltre ogni retorica di fasti passati.
(resoconto a cura di Enrico Sbandi)